domenica 27 dicembre 2009

Enrico Vanzina - Commedia all'italiana

"L'incubo del regalo di Natale, come si addice agli incubi da manuale, è molto complesso. Prendiamo, per esempio, la prima domanda che tutti si pongono in questi giorni: 'quale regalo fare?'. E' una domanda che assomiglia moltissimo ai profondi quesiti filosofici tipo 'da dove veniamo?' o 'dove andiamo?'."
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"Comunque, la nostra dolorosa scelta tra una cravatta e una sciarpa, tra uno skateboard e un minicomputer palmare, non è che l'anticamera dell'incubo. Perchè il dramma natalizio non si esaurusce nel quale regalo fare. Si complica in una spirale di ossessionante paranoia numerica, pensando a quanti regali fare.
Un rebus difficilissimo da risolvere. Infatti, per decidere quanti regali fare bisogna prendere l'agendina e cominciare scrivere una lista. Di solito ci si accorge che tra le persone che conosciamo ce ne sono almeno una cinquantina in odore di regalo. Troppe. Per cui si comincia a rivedere la lista, sbarrando i nomi meno familiari. Ahimè, di solito sbarriamo proprio i nomi dei mascalzoni che ti mandano il loro regalo con largo anticipo. A fine novembre o inizio dicembre. E a quel punto la situazione la situazione è imparabile. I loro nomi vengono reinseriti nella lista, perchè pare brutto non contraccambiare il pensiero."
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"Ma l'aspetto peggiore del rito festivo dei regali è assolutamente un altro. Infatti, quando sull'Italia, puntuale e perverso , riaffiora l'incubo dei regali di Natale, improvvisamente il nostro Paese si dividde in due opposte fazioni. Ci sono degli italiani che fanno i regali e altri italiani che li ricevono. Stranamente, per un paradosso del nostro bislacco capitalismo arretrato, sono soprattutto i poveracci a farli. Perchè, nella vita, chi ha bisogno di qualcosa regala. Mentre chi non ha bisogno di niente riceve. E cosi, negli uffici dei Mega Presidenti e dei Gran Mascalzon di fantozziana memoria, vengono scaricate tonnellate di doni. Incenso, mirra, vini, spumanti, tartufoni, cotechini, zamponi. Roba da sfamare il terzo mondo. Mentre nei loculi dei poveri ragionieri arrivano miseri panettoni e fette riciclate di torrone."
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"Insomma questo regalo di Natale, in un paese già tartassato dalle tasse, per la stragrande maggioranza degli italiani si configura come il più ingiusto e beffardo dei tributi."

1 commento:

  1. Ho letto questo libro molto più di un anno fa, ma ho voluto scriverne qui ora perchè è un libro che si fa leggere con leggerezza e per chi durante le feste non vuole impegnarsi in letture troppo impegnative è l'ideale.
    Il sottotitolo del libro è "Ritratto di un Paese che non cambia" ed infatti con grande intelligenza ed ironia Vanzina ci propone il ritratto di noi italiani. Ed è con ironia che dobbiamo leggerlo, perchè tutti noi siamo presenti in questo libro!

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