martedì 29 dicembre 2009

Negri Froci Giudei & CO

la 'razza' è nella testa del razzista a prescindere da ogni valutazione più o meno scientifica.

Gian Antonio Stella, Rizzoli

domenica 27 dicembre 2009

Enrico Vanzina - Commedia all'italiana

"L'incubo del regalo di Natale, come si addice agli incubi da manuale, è molto complesso. Prendiamo, per esempio, la prima domanda che tutti si pongono in questi giorni: 'quale regalo fare?'. E' una domanda che assomiglia moltissimo ai profondi quesiti filosofici tipo 'da dove veniamo?' o 'dove andiamo?'."
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"Comunque, la nostra dolorosa scelta tra una cravatta e una sciarpa, tra uno skateboard e un minicomputer palmare, non è che l'anticamera dell'incubo. Perchè il dramma natalizio non si esaurusce nel quale regalo fare. Si complica in una spirale di ossessionante paranoia numerica, pensando a quanti regali fare.
Un rebus difficilissimo da risolvere. Infatti, per decidere quanti regali fare bisogna prendere l'agendina e cominciare scrivere una lista. Di solito ci si accorge che tra le persone che conosciamo ce ne sono almeno una cinquantina in odore di regalo. Troppe. Per cui si comincia a rivedere la lista, sbarrando i nomi meno familiari. Ahimè, di solito sbarriamo proprio i nomi dei mascalzoni che ti mandano il loro regalo con largo anticipo. A fine novembre o inizio dicembre. E a quel punto la situazione la situazione è imparabile. I loro nomi vengono reinseriti nella lista, perchè pare brutto non contraccambiare il pensiero."
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"Ma l'aspetto peggiore del rito festivo dei regali è assolutamente un altro. Infatti, quando sull'Italia, puntuale e perverso , riaffiora l'incubo dei regali di Natale, improvvisamente il nostro Paese si dividde in due opposte fazioni. Ci sono degli italiani che fanno i regali e altri italiani che li ricevono. Stranamente, per un paradosso del nostro bislacco capitalismo arretrato, sono soprattutto i poveracci a farli. Perchè, nella vita, chi ha bisogno di qualcosa regala. Mentre chi non ha bisogno di niente riceve. E cosi, negli uffici dei Mega Presidenti e dei Gran Mascalzon di fantozziana memoria, vengono scaricate tonnellate di doni. Incenso, mirra, vini, spumanti, tartufoni, cotechini, zamponi. Roba da sfamare il terzo mondo. Mentre nei loculi dei poveri ragionieri arrivano miseri panettoni e fette riciclate di torrone."
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"Insomma questo regalo di Natale, in un paese già tartassato dalle tasse, per la stragrande maggioranza degli italiani si configura come il più ingiusto e beffardo dei tributi."

martedì 22 dicembre 2009

Valeria Parrella - Lo spazio bianco

"Abbiamo avuto confidenza con la morte, quella che imparano i soldati in guerra.
Io me la sono augurata a volte, che venisse a mettere fine all'angoscia, che arrivasse riconoscibile e chiara senza più' dubbi ne' tentennamenti.
E questo pensiero viveva nello stesso spazio della speranza
"

domenica 20 dicembre 2009

........Che la festa cominci

Nel cuore incontaminato di Roma l'evento più cool del secolo!

Ho appena finito di leggerlo e lo consiglio a chiunque voglia fare o farsi un regalo. Non è forse questo il periodo più folle dell'anno con la caccia ai regali? :)
Devo purtroppo ammettere che non conoscevo Ammaniti poi l'ho visto da Fazio (Che tempo che fa, RaiTre) che presentava questa sua ultima fatica. E mi è subito venuta voglia di leggerlo, l'ho comprato lo scorso weekend e la lettura è cominciata subito. Ma durante la settimana, ahimè, riesco a dedicare poco tempo alla lettura e praticamente l'ho quasi letto tutto d'un fiato tra venerdi sera e sabato mattina. Si sabato mattina ho messo tutto in standby fino a quando non ho divorato l'ultima pagina!
Durante la prima parte del libro si enucleano due racconti, e nessun legame tra le due storie narrate sembra esistere. Ammaniti con maestria cattura l'attenzione del lettore alternando la narrazione dei due racconti e poi ad un certo punto la chiave di svolta! Ecco che i due racconti diventano uno solo, pur continuando i diversi personaggi sul cammino di caratterizzazione della propria identità.
"Bocchi sbadigliò. Poi gli prese la mano. - Allora non hai capito. Il tempo delle figure di merda è finito, morto, sepolto. Se n'è andato per sempre con il vecchio millennio. Le figure di merda non esistono più, si sono estinte come le lucciole. Nessuno le fa più, tranne te, nella tua testa. Ma non li vedi a questi? - Indicò la massa che applaudiva Chiatti. - Ci ricopriamo di letame felici come maiali in un porcile. Guarda me, per esempio -. Si alzò in piedi barcollando. Allargò le braccia come a mostrarsi a tutti, ma gli girò la testa e si dovette sedere di nuovo. - Io mi sono specializzato a Lione con il professor Roland Chateau-Beaubois, ho la cattedra a Urbino, sono un primario. Guarda come sto ridotto. Secondo i vecchi parametri sarei una figura di merda ambulante, un essere infrequentabile, un cafone impaccato di soldi, un tossico, un personaggio spregevole che si fa ricco sulle debolezze di quattro carampane, eppure non è cosi. Sono amato e rispettato. Vengo invitato pure alla festa della Repubblica al Quirinale e in ogni cazzo di trasmissione medica."