giovedì 2 gennaio 2014

Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria – I bronzi di Riace.

Il 28 dicembre, approfittando della bella giornata di sole e della promozione lanciata dal ministero dei beni culturali e turismo “Una Notte al Museo”, con mia sorella siamo salite in macchina e ci siamo dirette verso il museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria dove i Bronzi di Riace sono tornati dopo l’ultima lunga opera di restauro.
Da San Demetrio Corone, il piccolo paese in provincia di Cosenza nel quale abitiamo, sono circa 250 Km, quasi interamente di autostrada. Il viaggio è stato piacevole, la vista di cui si può godere è molto bella sia nel tratto iniziale di autostrada che attraversa paesaggi collinari che nei tratti costieri. Il mare era stupendo grazie anche ai raggi di sole vi si riflettevano. Raggiungere il museo è stato facilissimo, infatti è a solo qualche chilometro dall’uscita dell’autostrada. Peccato però per le vecchie segnalazioni turistiche per i bronzi di Riace ancora presenti e un pò ingannevoli.
Siamo arrivate poco dopo mezzogiorno e dopo circa un’ora di fila siamo riuscite ad entrare al museo. Prima di accedere alla sala espositiva dei bronzi è previsto il passaggio in una camera con filtro, nella quale si sosta per alcuni minuti per consentire ad un flusso d’aria di rimuovere i contaminanti che i visitatori altrimenti introdurrebbero nella sala espositiva dei bronzi. L’ingresso alla sala viene organizzato dai dipendenti del museo in gruppi di circa venti persone per volta, ai visitatori viene data la possibilità di scegliere se procedere direttamente alla visita ai bronzi oppure sostare in un’anticamera alla sala filtro per guardare un video della durata di circa venti minuti. Il video fornisce informazioni sulle statue, sulla tecnica di costruzione e sull’ultimo restauro effettuato.
Noi abbiamo deciso di guardare prima il video, scelta sbagliata. Il video è muto e occorre leggere mentre scorrono le immagini a velocità, almeno per me, sostenuta. Costava tanta fatica un video con il sonoro??? Inoltre le notizie fornite si trovano facilmente su internet. Come se non bastasse, mentre si cerca di seguire il video, a intervalli di 5-6 minuti c’è il passaggio dei gruppi che non intendono soffermarsi sul video!!!
Quando finalmente siamo entrate nella sala espositiva, una grande sala dalle pareti bianche e completamente spoglie si è aperta al mio sguardo. I Bronzi però non costituiscono l’elemento centrale di questa vista, infatti si offrono allo sguardo del visitatore di spalle e un po’ decentrati. La disposizione dei bronzi è a favore di una osservazione dall’esterno della sala, infatti essi sono posizionati di fronte a due vetrate, adesso oscurate da tende. Comunque c’è la possibilità di girare tutto intorno alle due statue e ammirare l’ingegno l’umano che ha prodotto tali opere che attraversando secoli di storia sono riemersi nella nostra epoca dai fondali del mare di Riace.
Infine siamo uscite dalla sala da una porta ad aperura manuale, che se non accompagnata rimane aperta. Mi chiedo: lo sforzo (economico) di tenere i Bronzi in una sala ad ambiente controllato e priva di contaminanti non è forse vanificato da quella porta quasi sempre aperta?
Dopo la visita ai bronzi, siamo tornate sul lungomare ed abbiamo goduto dell’aria frizzante proveniente dal mare e della vista in lontananza della terra siciliana confusa nella foschia.
La prima volta che vidi i bronzi di Riace fu in occasione di una gita scolastica, quando frequentavo il quarto (o forse quinto) ginnasio del Liceo Classico, circa 25 anni fa. Il ricordo che mi rimane di quella gita è l’imponenza dei Bronzi, esposti in una sala non adeguata alla loro vigoria. Oggi i Bronzi sono ospitati in una sala che sicuramente può dar merito al loro valore e che grazie al supporto della tecnologia può preservarli dall’inesorabile indebolimento del tempo. I Bronzi fuori da Reggio Calabria perderebbero gran parte del loro fascino, Reggio Calabria con il museo che si affaccia sul suo bellissimo lungomare è la naturale patria dei bronzi.
Mi auguro però che si intervenga presto per completare e migliorare l’allestimento dei bronzi nel museo archeologico di Reggio rendendolo degno di opere di siffatto ingegno. La mediocrità non può e non deve essere associata all’arte. E poi non è forse vero che chi decide di scegliere la cultura, ovunque si trovi (non solo delle città d’arte più grandi) e nonostante i tempi di crisi, ha diritto di ricevere il massimo?

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